Buongiorno amici e buon anno a tutti!
Come? State dicendo che il 17 non è proprio il massimo come numero? Ma no, non diciamo stupidaggini: pensate che l’altro ieri, in aereo, ero seduta proprio nella fila 17 e la cosa non mi ha dato affatto fastidio.
Comunque, come avete trascorso le vacanze? Vi siete divertiti?
Io ho fatto tutte quelle cose che fanno impazzire di gioia i turisti che vengono in Italia e che, al contrario, fanno venire la malinconia agli italiani all’estero: lunghe passeggiate al tramonto, partite a tombola, gite a Venezia, concerti di Capodanno alla televisione durante il pranzo del primo gennaio.
Ora che sono tornata a Berlino, sto cercando di riprendere il mio contegno da persona che odia gli stereotipi e i cliché sull’Italia. Ma che bello che è stato.
Non voglio annoiarvi con i miei buoni propositi per l’anno nuovo (tanto, se li rispetto è sempre a scoppio ritardato). Vorrei – al contrario – raccontarvi alcune cose a caso che mi sono successe mentre ero in Italia e che mi hanno fatto molto sorridere.
Mi sembra un ottimo modo per iniziare l’anno nuovo, no?
Il mio libro sta avendo un discreto successo
Ok, un successo relativo, contenuto e proporzionato al fatto che sono solo un’esordiente e che non mi conosce nessuno tranne voi. Come lo misuro questo successo? Prima di tutto, con il fatto che non solo i miei parenti mi hanno detto che “Il vestito verde” è molto carino e poi con l’incredibile posizione numero 4 che ho raggiunto nella classifica degli ebook di Amazon durante la promozione natalizia.
Io arrossisco, mi schermisco e mi nascondo dietro alle porte perché mi vergogno ma continuo a controllare freneticamente le recensioni che mi lasciate. A proposito, voi vi siete ricordati di scrivere la vostra? Mi raccomando, ci tengo!
Parenti famosi e incontri casuali
Venezia è così vicina a casa mia che ci sono sempre andata in giornata, ma questa volta il paziente Alessio ed io abbiamo deciso di farci un regalo e di trascorrere una notte in un albergo carinissimo nei pressi della Fenice. Ebbene, durante la colazione, ho conosciuto il signor Stefano, cameriere e cuoco dell’albergo che, di punto in bianco, mi ha detto che ho un parente celebre.
La conversazione si è svolta più o meno così:
Signor Stefano: “Blablabla, sono di Burano”
Io: “Ah sì, anche mia nonna: alcuni suoi parenti possiedono il panificio C.”
Signor Stefano: “Ah, salutami Pino!”
Io: “Chi?”
Signor Stefano: “Pino Donaggio, no? È un tuo lontano cugino.”
Non serve neanche aggiungere che è da giorni che mi ascolto la sua discografia.
Pino, se leggi questo post scrivimi!
Sempre in tema di celebrità, in una Piazza San Marco notturna, deserta e silenziosa… ho incrociato Steve Higgins (che, per chi non se lo ricordasse, è la spalla di Jimmy Fallon). No, non l’ho fermato. Sì, me ne sono pentita.
Infine, ho lasciato l’ultimo incontro come botto conclusivo, ho finalmente conosciuto Michele, il Babbo Natale misterioso che qualche anno fa mi aveva fatto appassionare ai misteri di Alleghe. Ricordate? Che piacevole sorpresa e che piacevole chiacchierata. E se pensate che ci fossimo messi d’accordo… vi sbagliate: Michele – che vive a Sydney – mi ha riconosciuta e fermata in Campo di Santa Maria Formosa, dove mi trovavo semplicemente perché come al solito avevo perso l’orientamento.
Alla prossima, Michele, non mettiamoci d’accordo e continuiamo a incrociarci per strada in modo fortuito.
Aeroporti e riviste
E per concludere questa carrellata di cose a caso, un episodio forse insignificante che però mi ha resa felice e mi ha convinto di aver fatto la prima buona azione del 2017.
Lunedì mattina, ho preso l’aereo alle 7.10. Di conseguenza, sono arrivata in aeroporto molto presto (molto prima del necessario, ma è così che fanno quelli che non volano tanto volentieri) e, come d’abitudine, ho trascorso un po’ di tempo in una delle bellissime edicole del Marco Polo, anche se la mia valigia era già piena di Settimane Enigmistiche, Internazionali e Letture. Bene, nel negozio c’era un signore che stava per perdere l’aereo e che cercava disperatamente la rivista Giallo che, per chi non lo sapesse, è una specie di “Novella 2000” che parla di misteri e delitti. Roba che piace tanto anche a me. Non so se capita anche a voi, ma quando scopro che qualcuno condivide i miei interessi in qualcosa di particolare, mi sembra di aver trovato un amico. Quel signore frettoloso e agitato che rischiava di perdere l’aereo per leggere gli ultimi sviluppi sul delitto di Garlasco era decisamente uno della mia squadra.
La commessa poco collaborativa – erano pur sempre le 5.30 – gli aveva detto che la rivista era terminata e lui, deluso, se ne era andato.
Dopo neanche 10 secondi, Alessio (che oltre a essere paziente ha anche un occhio di falco) vede il giornale sullo scaffale.
Che faccio? Lascio perdere o inseguo correndo il signore come nella scena di “Mamma ho perso l’aereo 2”?
Che domande.
“Signore, signore! La rivista GIALLO c’è! Torni indietro, presto!”
Malgrado le proteste della figlia, il mio amico ha mollato armi e bagagli ed è tornato indietro correndo e ringraziandomi. Era praticamente una questione di vita o di morte per lui.
Tra amanti dei misteri ci si capisce. Non potevo lasciarlo andare via così.