Propositi per il 2014: sì, no, boh

Arrivo tardi come al solito. E sì che qui sono dodici ore avanti e dovrei essere sempre la prima a scrivere e condividere tutto. E invece no.
Forse quando il mistero dei fusi orari si risolverà e riuscirò a capire come sia davvero possibile vivere un giorno che lì da voi ancora non è cominciato (ho capito ore…ma giorni? MISTERO), allora inizierò anch’io a dire le cose quando è ora e non venti giorni più tardi.

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Tra l’altro, dato che per due mesi dopo il mio arrivo, ho continuato a svegliarmi alle SEI del mattino, pensavo che la Nuova Zelanda mi avesse finalmente cambiata, rendendomi mattiniera e attiva fin dalle prime ore del giorno.
Invece, non solo non era vero (adesso faccio fatica a svegliarmi alle 8, come da copione), ma ho anche scoperto che erano ancora gli effetti del jet lag che -caso da manuale- per me è durato quasi due mesi.
(Che poi jet lag come parola non mi piace per niente. Chiamiamolo “mal di fuso”, come suggerisce Wikipedia.)

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Che disastro.

Comunque ci siamo, tutto è tornato normale. Sono sempre uno zombie fino a mezzogiorno e se non bevo subito il caffè, inizio a insultare selvaggiamente chi ha la sfortuna di incontrarmi.

Detto ciò, mi sono riletta i buoni propositi dell’anno scorso.

Se ce l’ho fatta? Vediamo.

1) Mettere via dei soldi e poi spenderli tutti insieme per andare un mese in Nuova Zelanda.
Beh, ho fatto le cose più in grande. Primo proposito: YES!

2) Ammettere finalmente che non imparerò mai il tedesco.
Evviva! Mantengo le promesse! Attenzione attenzione: due su due!

3) Essere più easy. (Easy nel senso di tranquilla, che tradotto meglio nel vocabolario depentoresco significa “incazzarsi di meno”)
Sì? No? Diciamo ni. Più easy lo sono diventata certamente perché ho deciso di ignorare la gente che non mi interessa e di abbandonare la nave quando le cose non mi piacciono più. Una volta combattevo per cambiarle, mi arrabbiavo tanto anche, adesso pazienza. Non significa che non combatto più -quello mai- significa che riconosco quando ne vale la pena. Se non è così, alzo le spalle, mi giro dall’altra parte e faccio altro. Di meglio, possibilmente.
Esattamente come le pecore di queste fotografie che ho scattato qui domenica, solo apparentemente pacifiche e disinteressate. In realtà hanno capito tutto e sanno chi evitare e con chi chiacchierare. E poi, avete notato il loro sguardo di sufficienza?

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Direi quindi che il 2013 si è concluso bene! Sono stata brava, vero?

Sull’onda di questo sfrenato entusiasmo, per quest’anno ho formulato UN SOLO proposito.

Finire il mio libro, scrivendo almeno una pagina al giorno.

(l’ho cominciato nel 2008 quando vivevo a Parigi, è ora di decidere che cosa succederà)

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Aggiungo una postillina: il mio 2014 sarà improntato ancora di più sulla mia massima di vita “solo gli stupidi non cambiano idea”. Perché è proprio così: solo gli stupidi non cambiano idea. Non c’è altro da aggiungere.
E quando la gente mi parla di coerenza e principi, io faccio come le pecore, mi giro e vado a cercare l’erbetta più fresca.

Voi seguitemi, spronatemi a scrivere, rompetemi le palle chiedendomi ogni giorno a che punto sono. 
Ci conto.

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