Già, perché?
Prima di spiegarvelo e di parlarvi un po’ di questo libro pubblicato da ElectaKids, vorrei che leggeste questo post (non più attuale, purtroppo, dato che Gaia non c’è più) sul mio amore per i cani e sull’amore incondizionato che i cani ci donano senza chiederci come e perché.
Fatto? Bene. Ora parliamo della mia passione per i libri per bambini.
Voi sapete che ho l’immenso privilegio di lavorare in una libreria, giusto? Bene. Sapete qual è la mia sezione preferita? Ebbene sì, proprio quella dedicata ai libri per bambini. Suonerà un po’ strano, per quelli che conoscono il mio rapporto conflittuale con i pargoli. E invece, è proprio così.
Tra l’altro, ultimamente mi succedono delle cose molto strane: quando mi trovo in mezzo a bambini urlanti e cerco di passare inosservata implodendo nella mia stizza, loro che fanno? Mi vengono vicini e mi parlano. Un paio di settimane fa, mentre ero in fila per prendere il traghetto, un biondino di cinque anni mi è quasi saltato in braccio per l’eccitazione dell’imminente avventura tra le onde. Era felice, urlava, saltellava e ha pensato di coinvolgere anche me. Per tutta risposta, gli ho dato una pacchetta sulla testolina (tipo Benny Hill con il suo amico pelato) e ho guardato la madre, rivolgendole un sorriso allucinato e una silente preghiera di riprendersi il figlio. In realtà mi era molto simpatico e capivo perfettamente il suo entusiasmo…ma cosa potevo fare? Mettermi a saltare con lui?
Beh, sto divagando come al solito. Stavo dicendo che la sezione dedicata ai libri per l’infanzia è la mia preferita. Adoro i libri illustrati e adoro ancora di più quelli tridimensionali con le linguette da tirare e i personaggi che si muovono. AW!
Come tutti, ho iniziato la mia “carriera” di lettrice compulsiva con Enid Blyton, Roald Dahl, Louisa May Alcott, Gianni Rodari, Astrid Lindgren e Vamba: ricordo perfettamente il giorno in cui mia mamma mi portò nella biblioteca comunale per fare la tessera (la stessa che uso anche oggi) e ricordo i pomeriggi trascorsi a scegliere due libri (solo due?) da portare a casa. Mi ricordo persino il profumo di quella biblioteca. Bei tempi che oggi rivivo grazie alla mia “kids section” in libreria.
Quando ho avuto la possibilità di leggere “Perché il cane ha il naso bagnato” di Kenneth Steven e Øyvind Torseter, mi sono sfregata le mani come un vecchio avido di fronte a uno scrigno pieno di monetine d’oro. Se state in silenzio, potete anche sentire una risata teatrale in sottofondo.
-libro illustrato
-libro che c’entra con i cani
-libro che si inventa una risposta assurda e divertente alla domanda “Perché il cane ha il caso bagnato?”
Vi anticipo, come potrete capire dalle immagini, che c’entra Noè. Sì, proprio quello dell’arca.
La storia, più o meno, si svolge come ce l’hanno insegnata: la tempesta, la fine del mondo, le onde, gli tsunami vari e lui che costruisce l’arca e parte con le coppie di tutte le specie animali esistenti sulla faccia della terra.
Solo che in questa storia, Noè indossa un maglione norvegese da hipster e sua moglie è una specie di punk con la testa mezza rasata, gli animali sull’arca trascorrono le lunghe ore in mare mettendosi lo smalto (i coccodrilli), suonando l’ukulele (i rinoceronti) e ballando (l’elefante e il cavallo).
Quando sullo scafo della barca si apre un buco “non più grande di una noce”, è il cane di Noè a salvare la situazione.
Non vi dico come, altrimenti vi rovino il finale.
Buona lettura, viva i cani e viva i libri per bambini!
E viva anche il ricciolino che mi è saltato in braccio sulla barca!