Ho deciso di considerarmi un’esperta di tende.
Tende da sole, tende da interni, TUTTE le tende che volete, anche tende da sole automatiche.
Io sono l’oracolo dei tendaggi, anzi dopo lo scrivo anche nella biografia di Twitter: curtains guru.
Quando ero piccola, mi ricordo che a casa mia si parlava sempre di tende: credo di avere avuto come conoscenza innata il concetto di veneziana (bella, ma dai bordi taglienti). Mio papà (che, se non si fosse capito, lavorava nel settore) mi ha anche regalato una specie di collezione di campioni di lamierino colorato per veneziane, in gradazione cromatica. Uno dei miei giochi preferiti.
Sapevo inoltre perfettamente quale fosse il tessuto migliore per una tenda ordinaria (il lino), grazie a mia mamma che non so come mai ma per un periodo ne parlava in continuazione e ricamava come una pazza, o forse faceva ricamare DA una signora pazza che viveva nel vicinato. (più probabile, ricordo anche il simpatico soprannome)
Una volta diventata più grande, è iniziato l’appuntamento fisso con le tende della nonna Leda.
La nonna Leda lava le tende circa ogni 12 ore e io sono l’addetta ufficiale a smontaggio/montaggio nonché l’unica depositaria del sapere divino riguardo al numero di gancetti e al modo in cui essi devono essere contati per non rischiare arricciamenti e/o antiestetici risvolti di tessuto.
Recentemente, la nonna Leda mi ha anche reso edotta sulle tende a velcro, che sembrano facili e invece sono peggio di tutte le altre.
L’intera operazione “tende della nonna Leda” dura circa due giorni, durante i quali tutta la famiglia trattiene il fiato in attesa del risultato, ed è appuntamento irrinunciabile ogni volta che torno a casa. (perché io sono l’unica brava, c’è anche da dirlo)
Da un paio di settimane, io e Alessio abbiamo traslocato e siccome siamo inesperti abbiamo combinato un sacco di malanni (rimediabili):
-ci siamo dimenticati di diluire la pittura blu pavone e abbiamo dipinto una parete con un colore fluido quanto il cemento armato
-abbiamo deciso che avremmo traslocato in 12 ore, quando ce ne sarebbero volute almeno 1200 (ma ce l’abbiamo comunque fatta in 12 e siamo appena usciti dal coma)
-abbiamo deciso di scartavetrare un pavimento, poi ci siamo stufati e abbiamo messo un tappetino sul pezzo diverso
-abbiamo rubato pallet per tutta Berlino e poi ci siamo resi conto che pesavano “come cadaveri”
-abbiamo cercato di montare uno specchio su una parete di cartongesso. (e chi sapeva che era così friabile??)
-abbiamo comprato 80 mensole e poi abbiamo deciso che avevamo paura di bucare un tubo dell’acqua (qualcuno vuole mensole a proposito?)
…
Ma sulle tende…ragazzi…sulle tende sono stata una furia di eleganza e precisione.
Non solo ho preso ad occhio le misure e deciso su due piedi quale tessuto utilizzare per riuscire a dormire oltre le cinque di mattina (in Germania non ci sono le persiane), ma ho anche creato un sistema di tenda e controtenda: quella scura per la notte, quella chiara per il giorno, altrimenti i dirimpettai ti guardano dentro casa. (i colori, invece, li ha scelti Julietslaw)
E il montaggio? TZÉ, praticamente ad occhi chiusi, in equilibrio su una gamba sola, mentre nel frattempo salvavo vite umane con operazioni a cuore aperto.
Quanto egocentrismo, quanta boria, quanta malcelata soddisfazione delle mie immense doti. Sono così fiera delle mie tende Ikea da 4 euro che se continuo a guardarle ci cado dentro, come Narciso con il suo stagno.
PS: a chi interessa, 10 euro all’ora, per 15 posso anche organizzare una consulenza con la nonna.
PS2: continuo, tuttavia, ad aver un problema con la tenda della doccia che mi assale mentre mi lavo.
PS3: perché tutte queste foto di Rossella O’Hara? Che domanda stupida perdindirindina!