La nonna Leda, da tempo immemore, il venerdì “si fa i capelli”.
Forse non dovrei dirlo, ma solo in età matura ho scoperto che la nonna Leda non è bionda come vuole far credere ma ha i capelli bianchi da quando era giovane (e questo, se è ereditario, spiegherebbe molte cose). Ogni settimana, appunto, si fa i capelli, nel senso che si fa la tinta e la messa in piega.
Al termine dell’operazione, la nonna Leda si mette i bigodini, la retìna, dei cosi di plastica colorata a forma di chiodo, e si piazza per un paio d’ore sotto al casco a leggere. Sì, la nonna Leda possiede un casco Olimpic con sedile incorporato come quello che vedete nella foto e quanto lo usa non sente NIENTE. Puoi telefonare, suonare il campanello. NIENTE.
In casa Depentor, è famoso il detto “se la nonna Leda non risponde al telefono è perché si sta facendo i capelli”.
Quando i capelli sono “fatti”, la nonna Leda smonta tutto e il casco si trasforma in un comodo sedile.
Ora, non so precisamente quanto sia vecchio il casco della nonna Leda, fatto sta che io ho quasi 30 anni e lo ricordo come uno dei miei primi traumi infantili. Possiamo ipotizzare, quindi, che il casco della nonna Leda abbia almeno 26 o 27 anni. Almeno.
Io da piccola piccola avevo il TERRORE del pezzo di feltro grigio scuro di forma rotonda e del diametro di una trentina di centimetri che veniva usato come copertura del sedile (nella foto che ho trovato in rete, il feltro infernale è stato rimosso però la nonna Leda lo conserva gelosamente e religiosamente dalla notte dei tempi).
Ancora oggi evito volentieri di avere relazioni con il maledetto tappetino nero che tanto mi terrorizzava all’inizio degli anni ’80.
Il senso di questo post? Nessuno.
Ma le paure assurde vanno condivise.
PS: vorrei ringraziare mia sorella Martina, i miei zii e i parenti tutti che nel corso degli anni hanno cercato di farmi superare il trauma lanciandomi addosso l’oggetto.