Siete stanchi del logorìo della vita moderna e, casualmente, vi trovate a Barcellona in questo periodo?
Svegliatevi prestino, prendete l’autobus (o la métro) diretto al villaggio olimpico. Scendete, dirigetevi verso la spiaggia, togliete le scarpe, arrotolate i pantaloni sui polpacci, svuotate la mente e sedetevi ad ammirare lo spettacolo.
Il sole non ancora alto fa sembrare il mare dorato e proietta delle ombre lunghissime tra le dune di sabbia. La folla non è ancora arrivata, quindi sentirete solo il silenzio, lo sciabordio delle onde, i gabbiani…e il bipbip dei metal detector dei cercatori di monetine.
Proseguite la vostra passeggiata con il vento tra i capelli e i piedi affondati nella sabbia bagnata. Non distraetevi perchè le onde spesso e volentieri arrivano a lambire le chiappe. Giratevi a guardare le vostre impronte che vengono cancellate dal mare e spingetevi fino alla fine del molo, dove l’aria è più impetuosa e l’acqua più profonda.
Resistete (o anche no) alla tentazione di buttare in acqua i pochi pescatori e sedetevi in un punto possibilmente al riparo dalle onde anomale che vi trascinerebbero in mare in pochissimo tempo. Guardate l’orizzonte e rilassatevi. Seguite il flusso della vostra mente, sentitevi dei vecchi lupi di mare naufragati su un’isola deserta, ma toglietevi dalla testa la bottiglia di rhum.
E’ così che partorirete idee del tipo:
1)perchè se zio Paperone è il fratello di Nonna Papera, la chiama nonna? E perchè Paperino e Paperina sono nipoti dello stesso zio pur essendo fidanzati? E Ciccio? Cosa mi rappresenta?
2)quanto brutta è “Il sabato del villaggio” di Leopardi?
3)cosa è passato per la testa degli stilisti di Tezenis quando hanno pensato di proporre pigiami composti da pantaloni lunghi e…reggiseno? Alle correnti d’aria non ci pensano?