Il parco abbandonato di Oz

Chi mi segue in facebook, sa già di che cosa sto parlando.
Qualche giorno fa, vi ho anticipato una chicca che aveva a che fare con il mio libro preferito di quando ero piccola (o meglio, il primo libro che ho letto), “Il meraviglioso mago di Oz” appunto.

Ormai conoscete tante cose di me: sapete che leggo molto e che da grande vorrei fare la scrittrice. Sapete che sono affascinata dal passato e da tutto ciò che è impolverato. Sapete che sono disordinata e ho bisogno di fare liste per ricordarmi le cose.
Quello che ancora non sapete è che sono terribilmente dispersiva e distratta.
Sono lì che scrivo una cosa, passa il gatto dei vicini, lo seguo, già che sono fuori controllo la posta, oh aspetta quasi dimenticavo che è finito lo zucchero, ma questo negozio è nuovo? Oh, guarda un volantino che promuove un corso di yoga, quasi quasi entro a vedere…
Col risultato che:
-mi dimentico quello che stavo scrivendo
-metto la posta in borsa e me la dimentico per sempre lì
-non compro lo zucchero
-non mi ricordo più perché sono uscita

Spesso, però, questo mio difetto mi regala tante belle sorprese. Come in questo caso.
Tutto inizia da un tatuaggio e, appunto, dal primo libro che ho letto da bambina.
Mi sembra doveroso e significativo per una “divoratrice” di libri come la sottoscritta celebrare il volume che ha iniziato la mia lunga carriera di lettrice.
Quel volume in particolare. Quella specifica edizione che ho letto più di vent’anni fa, quella particolare illustrazione che tanto mi è rimasta impressa. 
Inizio una ricerca convulsa che inizia con “Mamma, riusciresti a trovare “Il meraviglioso mago di Oz” tra i milioni di miliardi di libri che abbiamo a casa? e finisce con la sottoscritta che cerca in Google “mago di Oz, illustrazioni vintage”.
Alla fine, scopro che il disegnatore si chiama W.W. Denslow ma non trovo da nessuna parte l’immagine tanto desiderata.
Per qualche mese, me la metto via.
Tutto questo succedeva a Berlino.

Mi trasferisco a Auckland, scopro che i tatuaggi qui costano davvero poco e i miei occhi si riaccendono di brama e cupidigia.
DEVO-TROVARLA-SUBITO.
E qui entra in scena Elena che, probabilmente esausta di questo mio continuo ciarlare, la trova in una libreria del centro nella quale io mi reco furtivamente per fotografare la pagina che mi interessa.
A questo punto, inizio a pensare dove tatuarmi la sospirata città di smeraldo, provo a disegnarmela da sola con la matita per gli occhi per farmi un’idea, poi decido che  è decisamente meglio cercare ispirazione in rete e scopro…

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-e finalmente ci siamo arrivati-

…scopro che in North Carolina c’è un parco tematico dedicato a Oz, che questo parco è stato chiuso e che ora è ABBANDONATO.
Abbandonato. Polvere. Cose che cigolano. Fantasmi.

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Questa foto qui sopra e quella successiva sono state scattate da Billie Nenninger nel 1973.

Vi propongo qui di seguito un breve riassunto di tutte le notizie che ho trovato (poi vi segnalo anche i link)
Il parco viene costruito nel 1970 da Grover Robbins grazie a un investimento dell’attrice Debbie Reynolds, la quale acquista anche moltissimi costumi e cimeli utilizzati durante il rifacimento cinematografico -del 1939- del libro.
Ci sono il sentiero di mattoni gialli, la giostra che simula il ciclone, la città di smeraldo, la mongolfiera di Oz, il museo con i cimeli del film. C’è proprio tutto.
Un successo: i visitatori accorrono e Land of Oz diventa una delle maggiori attrazioni del North Carolina.

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Che cosa succede dunque? Perché questa meraviglia viene chiusa?
Come in una fiaba triste, il proprietario -colui che ha ideato e curato il progetto- muore, lo spirito speciale del parco viene sacrificato in nome di interessi commerciali e l’esperienza favolosa che adulti e bambini potevano provare trovandosi al cospetto di Dorothy, Toto e tutti gli altri…perde la magia.
Nel 1975, inoltre, un terribile incendio -forse doloso- distrugge la città di smeraldo e il vestito originale indossato da Judy Garland nel film.

Schermata 2014-03-04 a 13.53.22The Times-News, Hendersonville, NC. Dec 29, 1975

Il parco, privato delle sue punte di diamante, è costretto a chiudere i battenti e rimane in balia di vandali e intemperie. Siamo nel 1980.
Alla fine degli anni ’90, succede una cosa bellissima: alcuni vecchi impiegati decidono di riunirsi e di far rivivere il parco per un giorno all’anno, in un festival che viene chiamato “Autumn in Oz”.
Ci andiamo?

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Credits:
Wikipedia
Messynessychic
Altre foto del parco

Brochure originale degli anni ’70, foto di Eagle 121

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