Ormai lo sapete, l’ho detto talmente tante volte che avete voglia di venire qui, prendermi per le spalle e possibilmente darmi due belle sberle.
Mi piacciono le vecchie foto, mi piacciono gli archivi, mi piace la polvere che copre le cose dimenticate, mi piace ricostruire le storie, mi piacciono i microfilm con i giornali di decenni fa.
L’ho detto un’altra volta e a questo punto, oltre alle sberle, avete la possibilità di seguire tre diverse correnti di pensiero:
1) tutto questo vecchiume le ha fatto venire l’Alzheimer: assecondiamola.
2) anche noi siamo matti e fantastichiamo di perderci in una grande biblioteca senza vie d’uscita. La Giulia è la paladina della nostra follia, evviva!
2) beh, dai, tutto sommato è simpatica. Sentiamo che cosa vuole dirci.
In tutti e tre i casi, l’unica soluzione è continuare a leggermi. Vi ho fregato.
Oggi vi voglio parlare di biografie, quelle belle biografie succose piene di date e avvenimenti che deliziano noi amanti della puzza di naftalina e muffa e che ci offrono -in genere a metà volume e su carta lucida anziché opaca- anche una ricchissima documentazione fotografica.
Avvertenza: da questo breve elenco, dedurrete un’altra divertente passione della sottoscritta. Sì: datemi dei príncipi (che di princìpi non ne voglio), degli intrighi di corte e un palazzo reale pieno di passaggi segreti e farete di me una donna felice nella sua simpatica e folle mania.
Maria Antonietta – La solitudine di una regina (Antonia Fraser)
Antonia Fraser è probabilmente la migliore biografa in circolazione ed è stata proprio lei, nel lontano 2008, a far crescere in me l’amore per questo genere letterario. Questo libro, tra l’altro, è stato utilizzato da Sofia Coppola come spunto per la sua “Marie Antoinette”. Lo so che alcuni odiano quel film e pensano che sia orribile. A me è piaciuto tantissimo, sotto tutti i punti di vista (attori, colonna sonora, quello che volete. Sempre 10/10)
Particolarmente toccante, poi, la parte dedicata all’imprigionamento dell’imperatrice. Diciamoci la verità: tutti conosciamo “che mangino brioches” e compagnia bella, ma chi si è mai soffermato a pensare che cosa è successo davvero dopo? Mica penserete che l’abbiano decapitata subito?
La regia (wikipedia) mi segnala un altro interessantissimo volume della Fraser dedicato agli amori di Luigi XIV. Me lo segno e vado avanti.
Sissi – Vita e leggenda di un’imperatrice (Nicole Avril)
Delle vacanze di quando ero piccola, ricordo pochi particolari. Di Mostar, un signore che si era ferito a un dito mentre intagliava dei flauti di legno. Di Salisburgo, il laghetto trasparente della miniera di sale. Della Val d’Aosta, niente. Della Corsica, un cinghiale spuntato dal nulla su una strada secondaria. Cose così. Dell’Austria -località imprecisata- fortunatamente ricordo due cose: il padiglione di vetro pieno di riflessi verdi e blu dove Sissi organizzava i balli e, in un’altra stanza, uno specchio (incrinato per una zoccolata di un cervo che era entrato di straforo) che Sissi utilizzava spesso per pettinare i lunghissimi capelli.
Ecco: questa biografia è piena zeppa di particolari di questo tipo e io l’ho adorata dall’inizio alla fine.
Il fiore del male (Carlo Bonini)
Cambiamo completamente registro e lasciamo in pace le principesse e i lampadari di cristallo. Questa è la biografia -semi autobiografia- di Renato Vallanzasca che ripercorre tutte le tappe della sua carriera criminale dai primi furtarelli a Lambrate fino ai numerosi tentativi di evasione.
Ecco: anche per colpa di grazie a questo libro, mi chiedo: perché mai Milano sui libri mi piace tanto e dal vivo…così così? Non è pazzesco? Scerbanenco, tu cos’hai da dire? Anche tu sei responsabile di questo paradosso eh! Che non credi!
(non me ne voglia Kim Rossi Stuart, ma la gif con il film su Vallanzasca la evito)