Esattamente un anno fa, scrivevo su queste pagine un breve bilancio del 2010 appena trascorso.
Il 2010 era stato un anno paludoso, trascorso in Italia tra delusioni (soprattutto lavorative) e invettive contro un sistema dove per noi non c’era proprio posto…e del quale, del resto, non volevamo far parte.
Posso ancora percepire la rabbia intrisa in quelle parole, i velati (neanche poi tanto) riferimenti a chi era riuscito ad estorcermi mesi di lavoro gratis dietro promesse mai mantenute, il mio disprezzo verso chi era disposto a sguazzare in quel pantano, e la mia speranza verso il trasferimento a Berlino, avvenuto il 13 gennaio 2011.
Sento la paura anche, quella stessa paura che mi ha accompagnato durante i preparativi per trasferirmi a Parigi prima e a Barcellona poi, la paura mista ad eccitazione che prende chiunque stia per fare un salto nel buio più totale.
Berlino, un anno dopo.
Avevo scritto che il 2010 mi aveva fatto capire cosa non volevo fare, dove non volevo vivere e come non volevo diventare.
E’ trascorso un anno da quelle parole e la città per la quale ci eravamo dati un mese di tempo, ora è la nostra città. Siamo felici, abbiamo un bel lavoro e vogliamo imparare decentemente il tedesco.
L’anno scorso concludevo il mio post augurando “buon anno a tutti, tranne a quelli che si accontentano”. Io sono contenta, ma non mi accontento.
Non bisogna avere paura di cambiare, a volte è difficile, ma cambiare una situazione che ci rende infelici non può certo peggiorare le cose, no?
Il mio augurio per il 2012, che spero diventi il proposito di molti di voi, questa volta è:
Andare, provare, rompere le palle
(vi assicuro che funziona, soprattutto la terza parte)
Buon anno a tutti quelli che hanno un po’ paura ma solo perché sanno di potercela fare!