E’ decisamente difficile aggiornare quotidianamente un blog, a meno che non sia il tuo lavoro e a meno che tu non abbia altro da fare. Il nostro Cityglimpse, che ci ha accompagnato a Parigi, Barcellona ed ora è qui con noi a Berlino, è piuttosto silenzioso ultimamente (ed è confluito in altri progetti, poverino). Non perché non ci succeda nulla o Berlino non sia abbastanza interessante da raccontare. Anzi. Forse le cose da dire sono molte di più questa volta.
Ci succedono cose belle, interessanti e inaspettate ogni giorno, c’è una moltitudine di gente con cui uscire, litigare e fare amicizia, che ci gira intorno senza sosta. E’ davvero complicato aggiornare in tempo reale. E qualche foto buttata lì saltuariamente non è abbastanza, vero?
Che fare? Direi che per questa volta, dato che tre mesi sono tanti da raccontare (tre mesi in cui probabilmente sono accadute più cose che in 25 anni nell’oscurantista zandonà), vi accontentate di un elenco. Veloce e scattante, ma non per questo meno emozionante -ed emozionato-. Per voi non lo so, ma per noi certamente sì.
Via!
partenza con l’influenza (e con la rima baciata), taxi color crema, alberghi-loculo e valigia aperta che vomita vestiti, freddo tanto freddo, back factory, cappuccini schifosi e pretzel per colazione (non mi stancherò mai dei pretzel), friedrichshain ombelico del mondo, lavoro? trovatosubitoallafacciadellitalia, a volte troppo forse perché non ci sono abituata, ma in fondo c’è tanta bella gente, c’è un cane e ci si sta bene anche se a guardare quel cane il tuo ti manca ogni giorno di più, frutta e cocacola, miliardi di banane e cappuccini -sempre schifosi ma dopo un po’ ci fai l’abitudine e ti senti un po’ tedesco anche tu-, tanti amici nuovi che ti fanno sentire a casa anche se quelli che hai lasciato ti mancano e speri che prima o poi vengano a trovarti, cartoline da Roma, canzoni in metropolitana, scivoloni nella doccia, locali con il pianoforte, passeggiate al freddo che qui arriva anche a menoventi, birra come acqua ed è anche ora di darci un taglio, cosmopolitan e puzza di sigarette, feste ed ogni scusa è buona, concerti e gente conosciuta per caso (scusimaleidaquantoèaberlino?25anni?ciraccontalasuastoria?), cani e bambini ovunque, cassette della posta con i messaggi per il postino, quattro parole di tedesco -vergognati! ma sto cercando un corso e ho poco tempo, passeggiate lunghissime come sempre senza meta ma belle e ricche e piene di soste, veggie burger alle 4 perché tanto qui è sempre tutto aperto tranne la domenica che sembra che i negozianti muoiano di colpo tutti assieme, domeniche piene di gente che passeggia e compra cose inutili e vecchie al mercatino di Mauerpark, documenti da fare, lettere che ti arrivano a casa e tu le porti al lavoro per farle tradurre da qualcuno perché non ci capisci niente, ubriachi che ti parlano in tedesco nella s-bahn e nonostante tutto tu li capisci e ci fai anche un po’ amicizia, non ti perdi mai se guardi dov’è la Fernsehturm -più o meno- , ring oh ring mio adorato, insalate e china box, partite di calcetto e allergie da polvere, tagli di capelli e uscire vestiti un po’ così tantolimportanteèchenoncapiscanochesiamoitaliani, camicie come vestiti e magliette della nonna, fashion bloggers e photoshooting, e sempre queste maledette occhiaie…I’m too old for that? No, decisamente no. Come diceva il maestro Battiato (che ieri abbiamo visto al kino Babylon): c‘è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti.
Basta? Per ora sì, c’è da lavorare.